SVOLTE: Attività di volontariato
Disponibilità a svolgere attività di volontariato gratuito 13-10-2010 scarica il PDF
Progetto
Il corso di formazione “SVOLTE – Sviluppo del Volontariato
sul Territorio: il Carcere di Pistoia” si è svolto dal 01
aprile al 15 luglio 2010 ed ha visto la partecipazione di 13 cittadini
aspiranti volontari penitenziari.
L’idea di progettare un’attività formativa
finalizzata a fornire informazioni, nozioni e competenze a quanti
desiderassero avvicinarsi al mondo del carcere è nata nel 2008,
quando l’Ente Camposampiero gestiva molte attività
all’interno della Casa Circondariale di Pistoia ed era a stretto
contatto oltre che coi detenuti, coi referenti dell’area
pedagogica e della sicurezza all’interno del Carcere, coi
referenti dei Servizi Sociali territoriali e con quelli
dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna. Attualmente le
attività e le proposte a favore della popolazione detenuta si
sono notevolmente ridotte, non solo per quanto riguarda le offerte
dell’Ente Camposampiero ma più in generale per le
organizzazioni che storicamente collaboravano con la Casa Circondariale
di Pistoia.
A fronte delle continue richieste di aiuto che provenivano (e tuttora
provengono) dai detenuti, le Istituzioni e le organizzazioni che
operano a loro favore non sempre sono riuscite o riescono a dare
risposta in tempi accettabili. Ecco allora che il ruolo dei volontari
assume un’importanza sempre crescente soprattutto se alla loro
grande motivazione e umanità uniscono concretezza e
un’adeguata preparazione all’ascolto attivo.
Dopo aver pubblicizzato l’iniziativa e aver ricevuto diverse
richieste d’informazione, il corso è iniziato con la
lezione del 1 aprile 2010, che ci ha fatto conoscere la
“squadra” degli aspiranti volontari.
Tra le 13 persone che hanno partecipato alla prima lezione abbiamo
subito notato un livello di motivazione molto alto, unito a una
preparazione curriculare molto vicina al settore d’intervento:
laureati in servizio sociali, in psicologia, in scienze della
formazione, altri con esperienze professionali e altri ancora con
esperienze personali legate alla conoscenza di persone provenienti dal
mondo del carcere.
La consapevolezza di avere un buon gruppo classe ha rafforzato negli
organizzatori la convinzione di poter chiedere ai docenti interventi
puntuali e più approfonditi proprio perché gli allievi si
presentavano motivati e relativamente preparati.
Le lezioni sono state pianificate in maniera da passare gradatamente da
tematiche generali ad altre più specifiche, proprio
nell’intento di preparare gli allievi a portare il
“peso” non solo di concetti ma anche di
“storie” ed esperienze di vita pesanti di cui il Carcere
è ricco.
Le tematiche affrontate durante il corso (Elementi di sociologia della
devianza, dati statistici e sociologici del sistema penitenziario in
Toscana, l’Ordinamento Penitenziario, il DAP e il PRAP, la Casa
Circondariale di Pistoia: le caratteristiche della popolazione detenuta
e le attività riabilitative, le funzioni dell’UEPE, la
scuola e il volontariato in carcere, la prospettiva del reinserimento
sociale dei detenuti, le organizzazioni locali che intervengono
all’interno del carcere di Pistoia, il rapporto con i detenuti
l’analisi dei bisogni l’ascolto attivo dinamiche di gruppo
e ecc.) sono state gradite dalla classe, i docenti hanno reso le
lezioni interessanti e non monotone. I corsisti hanno sempre dimostrato
interesse e motivazione e si è così creato un clima
estremamente positivo, che è andato anche al di là delle
migliori aspettative.
Come auspicato fin dalla progettazione, gli allievi hanno dimostrato
più volte l’interesse a costituire un gruppo che potesse
rispondere sia in termini concreti che in un’ottica di
riflessione e sensibilizzazione ai bisogni emergenti dai detenuti della
Casa Circondariale di Pistoia.
Le variazioni di calendario sono state pianificate in accordo con la
sede delegazionale del CESVOT; una in particolare ha avuto risvolti
particolarmente interessanti poiché ha dato ai corsisti
l’opportunità di assistere a un evento teatrale che si
è svolto al Teatro La Pergola di Firenze dove si è tenuta
una rappresentazione della Compagnia della Fortezza dal Titolo
“Marat – Sade” da Peter Weiss Regia di Armando Punzo
(composta da detenuti del carcere di Volterra)
Quella sera abbiamo ascoltato l’intervento del dott. Alessandro
Margara, già Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze
e Presidente della Fondazione Michelucci, molto attiva in Toscana per
quanto riguarda i diritti dei detenuti e incaricata dalla Regione di
monitorare tutti gli interventi di formazione e di reinserimento attivi
sul territorio regionale a favore dei detenuti e degli ex detenuti.
Il Corso prevedeva anche la realizzazione di 15 ore di volontariato
all’interno della struttura carceraria di Pistoia o presso
associazioni che operano a favore dei detenuti e delle persone che
stanno scontando una pena esternamente al Carcere.
Questa fase è stata molto difficile da organizzare in quanto nel
corso di questo ultimo anno la Casa Circondariale di Pistoia ha visto
l’avvicendarsi non solo del responsabile dell’area
pedagogica, ma anche e soprattutto di più Direttori, particolare
che ci costringeva tutte le volte a iniziare daccapo un dialogo che
magari stava iniziando a concretizzarsi da poco.
Nonostante questa difficoltà, che è stata compresa dai
partecipanti al corso e comunicata più volte alla sede
delegazionale del Cesvot, è stato organizzato un incontro nel
Carcere di Pistoia (al quale hanno partecipato le due educatrici e il
vice comandante della polizia penitenziaria presente a Pistoia), uno
presso la sede di Pistoia dell’UEPE di Firenze con il
responsabile, la psicologa e le assistenti sociali, uno con
l’Associazione “Le Api” che si occupa di mediazione
linguistica e culturale all’interno del Carcere, uno con
l’associazione “Il Delfino” che si occupa di
attività di sostegno e cura ai detenuti all’interno del
carcere, mette a disposizione un appartamento per quanti di loro sono
in permesso premio o licenza e non hanno un luogo dove andare, supporta
i familiari dei detenuti.
I corsisti hanno avuto anche la possibilità di incontrare alcuni
ex detenuti che hanno raccontato la loro esperienza. I racconti oltre
ad essere stati “toccanti”, hanno contribuito a chiarire
meglio “il pianeta carcere” che risulta complesso e molto
articolato. In questo senso appare chiaro che interventi sporadici, non
coordinati e all’insegna solo della buona volontà
difficilmente portano a risultati concreti ed anzi possono alimentare
false aspettative.
Durante tutti gli incontri agli interlocutori sono state poste una
serie di domande al fine di capire meglio possibile il ruolo del
volontario in questo ambito, cosa fa attualmente, cosa può
essere migliorato, ecc., rafforzando l’intenzione degli aspiranti
volontari di impegnarsi in azioni concrete e di vicinanza ai detenuti.
I corsisti dopo aver svolto tutto il percorso teorico e dopo aver fatto
tesoro degli incontri effettuati durante il periodo di volontariato, si
sono divisi in due gruppi cercando ciascuno di elaborare una strategia
e una modalità condivisa d’intervento futuro. I gruppi
sono stati sostenuti e supervisionati dal tutor e dalle altre persone
dell’Ente Camposampiero che in questi mesi si sono impegnate al
fine di assicurare la riuscita dell’intervento. I due gruppi
hanno poi condiviso in sessione plenaria le riflessioni fatte
separatamente con l’intento di comporre una proposta da inviare
alla
Casa Circondariale di Pistoia e all’UEPE di Pistoia per poi
valutare se coinvolgere anche tutte le organizzazioni che a livello
locale operano a vario titolo in questo settore.
Tutti gli interlocutori incontrati in questi mesi hanno riconosciuto
come il bisogno più diffuso tra i detenuti è quello di
essere ascoltati.
La possibilità di confrontarsi con una persona che ascolta
mettendo da parte i pregiudizi e con la quale parlare non soltanto dei
soliti argomenti (il fine pena, il rigetto dell’istanza di
scarcerazione, il reato, l’avvocato, ecc.) ma “di
tutto”, mette il detenuto in una condizione di
“parità”.
Il volontario ascolta ma in modo non giudicante né passivo,
chiede, propone, aiuta, si interessa e si attiva ma non necessariamente
per rispondere a bisogni materiali o alle questioni prettamente
giuridiche e penitenziarie che tra l’altro non gli competono.
Anche in considerazione del fatto che alcuni corsisti hanno una
preparazione curriculare ed esperienziale che li porta a esercitare
professionalmente attività interpersonali, proporremo alla Casa
Circondariale e all’UEPE di poter avviare entro il mese di
ottobre 2010 esperienze di volontariato concretizzandole inizialmente
nello svolgimento di colloqui di “sostegno” e nel raccordo
costante con gli operatori istituzionali di riferimento delle persone
incontrate.
Ipotizziamo già possibili scenari futuri nei quali i volontari
potranno relazionarsi coi familiari dei detenuti, coi servizi per
l’impiego, con le realtà del terzo settore ma al momento
siamo consapevoli di dover iniziare in maniera “umile e
silenziosa” il nostro impegno per poter poi svolgere anche un
ruolo di sensibilizzazione a livello locale sui temi del Carcere e
delle persone detenute.
L’Ente Camposampiero si rende disponibile a fornire sostegno e
aiuto ai corsisti che vorranno intraprendere questa attività di
volontariato, mettendo a disposizione locali e attrezzature necessarie
per il buon andamento dell’impegno ipotizzato.
Per quanto riguarda i risultati dei questionari di soddisfazione
somministrati ai corsisti, il giudizio sull’esperienza risulta
complessivamente positivo, il corso è stato ritenuto molto
utile, il rapporto con i compagni e in generale col personale coinvolto
è molto buono, le uniche difficoltà riscontrate sono
legate alla chiarezza espositiva di alcuni docenti (nello specifico
operatori del settore non abituati a tenere lezioni); tutti hanno
ritenuto che il corso sia stato organizzato in modo adeguato.
In conclusione l’esperienza è da considerarsi molto
positiva e da replicare periodicamente in quanto è riuscita a
suscitare l’interesse e la volontà di impegnarsi
concretamente a titolo volontario a favore di quanti hanno vissuto e stanno vivendo l’esperienza della carcerazione.
La proposta di volontariato:
Come progettato fin da quando abbiamo ipotizzato la realizzazione di un
percorso di formazione rivolto ad aspiranti volontari, il buon
andamento del corso ha portato al raggiungimento dell'obiettivo
prefissato: la creazione di un gruppo di persone che, seppur con
diversa preparazione, disponibilità di tempo
e attitudini ma uniti dall'aver frequentato l'opportunità
offerta dal CESVOT, mettono a disposizione il loro tempo a favore delle
persone detenute e in esecuzione penale esterna. La proposta formale di
volontariato è stata rivolta al Carcere e all'UEPE (qui
fare un link all'allegato).
Chiunque voglia unirsi ai nuovi volontari può chiedere informazioni contattando la presidenza dell'ente.
Iscrizioni corso SVOLTE
Il 20 marzo scade il termine per iscriversi al corso
SVOLTE - Sviluppo del Volontariato sul territorio: il carcere di Pistoia, finanziato dal Cesvot sul Bando Formazione 2008.
SVOLTE
è l’opportunità per avvicinarsi a un universo
così nascosto e che al tempo stesso genera molta
curiosità come quello del Carcere.
La confusione che spesso viene diffusa da certe notizie di cronaca
rischia di non favorire la volontà di conoscere e di capire le
difficoltà che caratterizzano il sistema penitenziario italiano
e le realtà più piccole come quella del Carcere di
Pistoia.
Il corso vuole invece dare l’opportunità di approfondire
le tematiche sopra accennate con un approccio non solamente teorico ma
molto concreto, grazie alla presenza di testimoni significativi e
docenti con esperienza pluriennale in materia.
Il Carcere poi è fatto di tante storie, di
un’umanità ricca e variegata, di contraddizioni e di
speranze.
Chiunqua voglia avvicinarsi a questa realtà avrà anche la
possibilità di svolgere un’esperienza di volontariato a
favore di persone in esecuzione penale.
Scarica la brochure in formato PDF - COPERTINA - INTERNO